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TRIUMPH ORIGINALS | STOCKWELL DESIGN

REGNO UNITO

 

 

Triumph Originals United Kingdom Stockwell Design logo on the back of a t-shirt

STOCKWELL DESIGN

Nella capitale inglese, Triumph London x Stockwell Design è il punto di riferimento per chi cerca customizzazioni artigianali e meticolosamente realizzate da 29 anni. Stockwell parla di sé in questi termini: “La mia vita ruota attorno alle motociclette da decenni.” E nonostante il team lavori sulle Triumph da solo due anni, si è formato un legame molto profondo tra questa officina e la storia di questo iconico marchio inglese.

Triumph Originals United Kingdom Stockwell Design team member sat at a desk

 

Al centro del processo creativo c'è l'attenzione a ogni dettaglio, che deve essere funzionale al 100%. Qui, ogni motocicletta è studiata fino al più piccolo componente e tutto ciò che viene montato o modificato deve avere uno scopo preciso. Questo approccio è stato applicato anche al brief del nostro concorso per realizzare una Bonneville dei giorni nostri ispirata agli anni '50 e '60 e ribattezzata come “L'icona inglese per eccellenza”.

Con un'attenzione così focalizzata sui dettagli, quando gli si chiede quale sia il momento più gratificante del processo creativo, il team risponde con il momento in cui la moto lascia il banco di lavoro per essere fotografata. A volte, solo in quel momento è possibile apprezzare appieno il progetto appena realizzato.

 

Triumph Originals United Kingdom Stockwell Design bike sketch

 

Non affrettare le cose! E non lasciarsi mettere fretta dagli altri. Bisogna lasciare che le idee prendano forma.”

 


Come vi siete avvicinati al mondo custom?

La causa di tutto è mio cognato Ian Thomas, che mi ha insegnato a guidare quando avevo dieci anni, mi ha aiutato a modificare la prima moto quando ne avevo 15 e mi ha supportato quando ho iniziato a lavorare come meccanico nel 1996.

Cosa vi spinge a customizzare le Triumph e in particolare le Bonneville?

La Triumph Bonneville è l'icona inglese per eccellenza ed essendo inglesi non possiamo che essere fieri di lavorare su queste moto. La Bonneville è una delle moto più amate di sempre. Ricordo che gli amici di Ian guidavano delle Triumph e io le guardavo con ammirazione.

Secondo voi cosa rende la Bonneville così amata come piattaforma per le customizzazioni?

È una base ideale per le customizzazioni! Il telaio e il motore sono talmente ben integrati che quasi non c'è bisogno di fare modifiche. Il più delle volte non modifichiamo neanche la sua silhouette inconfondibile.

Come descrivereste il vostro approccio alla customizzazione?

Non affrettare le cose! E non lasciarsi mettere fretta dagli altri. Bisogna lasciare che le idee prendano forma, perché così vengono le idee migliori. Se si forza la mano a tutti i costi, il lavoro non sarà mai perfetto. Prima di iniziare a trasferire il progetto su carta, voglio che sia ben chiaro nella mia testa. Inizio solo quando ho un'immagine ben chiara in mente.

Cosa rende uniche le vostre moto rispetto a quelle degli altri?

I piccoli dettagli. L'assenza di fronzoli. Da quando ho iniziato sono comparse migliaia di officine di customizzazione. Anche se alcune spiccano dalla massa, molte delle loro creazioni si somigliano l'una con l'altra. Per non parlare della conoscenza e dell'amicizia che si sviluppa con il cliente lungo il processo. Io voglio che si sentano coinvolti e che si divertano dall'inizio alla fine del progetto, perché anche questo fa parte del prodotto finito.

Qual è stata la vostra reazione dopo aver letto il brief del concorso “Icons of British Originality”?

È proprio il mio stile. Amo curare i dettagli e le motivazioni alla base, perché ci permettono di esprimere al massimo l'iconico stile “british”e la storia di Triumph Motorcycles. Mi piace guardare e analizzare i modelli del passato per trovare spunti e idee dalle Bonneville storiche.

Quale aspetto della cultura inglese ha influenzato di più la vostra interpretazione del brief?

Un po' tutti a dire il vero. Naturalmente siamo partiti dalle prime Bonneville. Nel nostro progetto vedrete molti piccoli rimandi a quelle moto. Inoltre, ci siamo ispirati alla cultura Rock degli anni '50 e '60: l'atmosfera, la moda, l'industria aeronautica e automobilistica, le forme e i materiali. A quei tempi tutto era più cool.

Quale parte del processo costruttivo preferite? E perché?

Mi piace tutto il processo, ma se devo scegliere un momento particolare, direi che realizzare i piccoli dettagli mi dà una grande soddisfazione. Adoro quei pezzi che a prima vista non si vedono, ma che si rivelano a uno sguardo attento e ravvicinato alla moto.

Avete una regola aurea da seguire quando realizzate una custom? C'è qualche regola che invece vorreste infrangere?

Preferisco non intervenire troppo sui cablaggi. Mi piace lasciare le moto il più possibile “di serie”, ma quando dobbiamo fare qualche modifica ai cavi utilizziamo gli stessi colori usati in fabbrica, così se qualcuno deve metterci mano non deve impazzire. Molte delle mie motociclette vanno in altri paesi, per cui cerco di agevolare il lavoro dei meccanici che faranno la manutenzione. Inoltre, non scendo a compromessi sulla qualità dei ricambi.

Una regola che vorrei infrangere? Non stiamo già infrangendo le regole degli ingegneri che hanno progettato la moto?

 

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